“Per garantire la sicurezza davo più biglietti agli ultras”, la rivelazione del direttore commerciale della Juve

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Le pesanti rivelazioni dell’ex direttore commerciale della Juve, Francesco Calvo, sull’inchiesta bagarini-’ndrangheta

“Il compromesso è questo: per garantire una partita sicura, cedevo sui biglietti, sapendo bene che facevano business. Ho fatto questo perché ho ritenuto che la mediazione con il tifo organizzato, nell’ambito del quale mi erano note aggressioni anche con armi, minacce ed altro, fosse comunque una soluzione buona per tutti”. 

Sono rivelazioni pesanti quelle che, secondo quanto riportato dal quotidiano torinese “La Stampa”, l’ex direttore commerciale della Juventus e ora al Barcellona, Francesco Calvo, avrebbe fatto l’11 luglio scorso davanti al pm Paolo Toso, uno dei magistrati che sta indagando sulle infiltrazioni della criminalità organizzata tra i gruppi ultras bianconeri e il business del bagarinaggio.

L’inchiesta in questione iniziò due anni fa, seguendo le mosse di alcuni capi ultras, finiti al centro di traffici di droga. Passo dopo passo gli investigatori della squadra mobile di Torino hanno messo a fuoco intrecci e legami di una famiglia di origini calabresi, i Dominello, ritenuta essere, secondo gli atti dell’inchiesta, “l’espressione della ’ndrangheta di Rosarno in Piemonte”.

A solleticare gli affari dei biglietti sarebbe stato il fascino del nuovo stadio. Ma la Juve si è ritrovata ben presto a dover fare i conti con ultras sempre più problematici e violenti, obbligando i vertici a scendere a compromessi, anche a scapito degli altri tifosi: “La gente – aggiunge Calvo nel suo verbale – avrebbe voluto uno stadio sicuro, i biglietti non erano regalati ma venduti. Mi è sempre dispiaciuto che ciò sottraesse disponibilità di acquisto di biglietti al pubblico e non ho avuto il coraggio personale di trovare altre soluzioni per fronteggiare i tifosi di quel genere”. 

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