Napoli, Hamsik si racconta: vita privata, moda e sogni scudetto

CalcioWeb

Marek Hamsik si racconta ad una rivista slovacca: “il mio modello è Nedved, amo la moda, le auto e gli orologi. Se vincerò lo scudetto me lo tatuerò”

Il Napoli continua la sua marcia per accaparrarsi il secondo posto ed entrare quindi in Champions League senza passare dai preliminari. Tra i più determinati a chiudere la stagione al massimo c’è Marek Hamsik che si racconta alla rivista slovacca ‘Break’, tra calcio, moda e vita privata.

Quando vincerò il campionato, mi farò tatuare lo scudetto sulla gamba. Già mi feci tatuare la Coppa Italia vinta col Napoli e la data della qualificazione della Slovacchia al Mondiale in Sud Africa”, spiega il centrocampista in riferimento alla sua passione per i tatuaggi e per la moda. Nel calcio il mio modello è Nedved. Quando venne in Italia cominciò a vestirsi alla moda e venne imitato dai suoi compagni”. 

“A Napoli vado spesso a fare acquisti in due o tre negozi. L’acquisto più costoso che ho fatto? Forse è stato una giacca di pelle che pagai 2.500 euro mentre quella più economica è un boxer”, rivela circa la sua passione per lo shopping. Ma c’è anche un lato negativo. La popolarità non sempre è un vantaggio, ma ci si abitua. Nei luoghi affollati i tifosi mi chiedono autografi e foto ed io li accontento. Sono stato derubato due volte, ma non sono mai stati presi i ladri, in città è meglio non indossare certi oggetti”.

Mi piacciono la moda, le auto e gli orologi, ma al primo posto c’è la famiglia, cerco di stare con i miei cari quanto più possibile”, siega. “Se avere figli ha cambiato la mia vita? Sotto il profilo professionale scendo in campo con la stessa concentrazione di prima, ora mi godo di più la casa dopo la gara, lì ci sono mia moglie ed i miei figli ad aspettarmi”. Poi si proietta nel futuro: Cosa accadrebbe a Napoli se vincessimo lo scudetto? Non riesco nemmeno ad immaginarlo, potrebbe esplodere pure il Vesuvio! Quando abbiamo vinto la Coppa Italia, tutta la città ha festeggiato con noi, c’erano migliaia di persone con sciarpe e bandiere”.

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