L’Avellino ha provato a raddrizzare la gara, ma la velocità del Pescara ha chiuso i conti sull’1-3.
Il Pescara esce dal black out che lo aveva oscurato per due mesi, dopo una prima parte di campionato brillante. Il periodo di penitenza è finito e i ragazzi di Oddo hanno recuperato la gioia di giocare a calcio. Si è rivisto quel senso di vertigine fornito dal gioco veloce e dagli schemi chiaramente espressi. Fanno da valore aggiunto a questo meccanismo la grande forma di Caprari (finalmente esploso dopo una attesa di alcuni anni) e l’ottimo campionato di Lapadula, ormai sempre più capocannoniere tra i cadetti, con 21 reti.
Il Delfino ha dominato il gioco nella prima frazione, passando in vantaggio con Caprari. L’Avellino si è segnalato con qualche spunto di Pisano e poche conclusioni a rete. Nella ripresa i biancoverdi si sono svegliati, riportandosi sul pari con un bolide di Castaldo. La partita a quel punto è sembrata volgere a loro favore, visto che si sono gettati in avanti. Gli ospiti hanno però reagito in contropiede, chiudendo i conti prima con Lapadula e poi con una azione molto insistita e combattuta, finalizzata dalla rete di Mitrita, che può dirsi il Giovinco dei Carpazi. L’Avellino resta, nonostante da qualche tempo sia in forte calo, una buona squadra. Non ha un grosso budget ed è stato costruito per una salvezza tranquilla, ma ad ogni modo è ancora in corsa per i playoff.
In questa partita ha giocato discretamente ed elementi come Castaldo, Paghera e Mokulu hanno dimostrato doti che serviranno nel finale di campionato. Tra i biancazzurri, Aresti ha fatto ottime parate, consolidando il risultato. E’ ormai considerabile di pari valore del titolare Fiorillo, senza tralasciare che il Delfino ha anche un ottimo terzo portiere: Gabriele Aldegani, classe 1976 ma ancora forte tra i pali. Il Pescara ha scoperto di avere inoltre due primavera già arruolabili per la cadetteria: Davide Vitturini e Christian Ventola, entrambi nati nel’97.
