Serie B, Pescara-Bari 3-1: il dopopartita

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Le dichiarazioni dei tecnici dopo Pescara-Bari. Le storie di amore e odio di Andrea Camplone

Pescara-Bari è stata una sfida tra due allenatori cresciuti entrambi a Pescara. Le analogie però non finiscono qui. Tutti e due hanno giocato come difensori e prediligono il gioco offensivo e spettacolare. Se Andrea Camplone però è giunto da poco a Bari e non ha avuto il tempo di dare la sua impronta alla squadra, Massimo Oddo ha modellato il suo gruppo con ottimi risultati. Così si è espresso il tecnico biancazzurro in sala stampa: “abbiamo giocato contro una ottima compagine che ci ha dato del filo da torcere. Camplone mantiene quello che preannuncia: aveva detto che avrebbe giocato a viso aperto e ha schierato il 4-3-3. E’ un tecnico bravo che avrà tempo per dimostrare il suo valore a Bari. Abbiamo sofferto per venti minuti nel secondo tempo, poi ne siamo venuti fuori bene. Questa squadra ha raggiunto la capacità di gestire le partite, miglioriamo continuamente ma dobbiamo rimanere con i piedi per terra”.

Andrea Camplone è contento dei suoi uomini: “Abbiamo giocato bene, ma contro una squadra molto forte, che io conosco bene perchè l’ho seguita negli ultimi sei mesi. Aggiudicherei un tempo a testa: nella prima frazione hanno fatto meglio loro ed eravamo un po’ intimoriti, nella seconda stavamo quasi per prevalere. Sull’1-1 Maniero ha avuto una buona occasione per portarci in vantaggio. La partita avrebbe potuto cambiare il suo corso, in quel frangente. Il Pescara ha avuto poi una buona reazione: è una squadra che conosco bene e che sta migliorando a vista d’occhio. Noi abbiamo fatto il possibile, abbiamo cercato di bloccare le fasce e di presidiare tutte le zone del campo. Abbiamo interpretato bene la gara, nonostante la sconfitta”.

Camplone e i due “strascichi” legati al Pescara: l’esperienza da “Mister” biancazzurro e il malinteso con Galeone.

Quando si torna nella propria città, dove si è molto noti e dove ci sono dei trascorsi calcistici sia come giocatore che come allenatore, vi possono essere degli strascichi poco gradevoli. Lo stabilimento balneare di sua proprietà, a Pescara, è stato recente imbrattato con scritte offensive. “Mi hanno fatto un piacere, tanto dovevo riverniciarlo”. Il tecnico la butta sullo scherzo e poi prosegue: “Io sono cresciuto qui, ho raggiunto la serie A con la squadra di calcio della mia città. Quando ho avuto l’opportunità di allenarla c’erano dei problemi seri nell’assetto societario, c’era confusione su chi dovesse rilevare la guida del club. Il caos regnava e io, dopo che ero stato costretto a comprare il materiale per l’allenamento, l’ho lasciato a disposizione della squadra e ho stracciato il contratto, non prendendo nè pretendendo nemmeno un euro dalla dirigenza. Decisi di andare via perchè non c’erano le condizioni per lavorare”. I giornalisti in sala gli fanno notare che probabilmente la maggior parte della Pescara sportiva lo ricorda con piacere, nonostante tutto: “Certo, lo penso anche io e del resto non si può piacere a tutti. Io però giro per Pescara a testa alta”

Le incomprensioni con Galeone e l’ombra di Zeman sullo sfondo

Giovanni Galeone ha avuto delle parole amare nei suoi confronti: perchè ce l’ha con lei? “Abbiamo chiarito tutto. Galeone si era risentito perchè ho detto che studio il calcio di Zeman. Ho fatto il nome di Zeman e non il suo e lui se n’è dispiaciuto. Io però non rinnego gli anni passati con Galeone, che ho avuto come allenatore.  Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto. Ci siamo chiariti e siamo amici”. Del resto Zeman e Galeone fanno un calcio quasi uguale e in fondo è questo che ama Camplone: le giocate veloci e brillanti e le squadre che non si risparmiano, attaccando con coraggio.

 

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