Meno frivolezze, più concretezza e voglia di caricarsi il Barcellona sulle spalle: Neymar è cresciuto ed è pronto a prendersi il mondo
Quando appenderanno le scarpette al chiodo, di Messi e Cristiano Ronaldo si continuerà a parlare per anni, probabilmente anche per secoli. E’ inevitabile constatare come le gesta di questi due straordinari fuoriclasse senza tempo stiano segnando indelebilmente l’ultimo decennio calcistico, senza avere alcuna intenzione di smettere. E però c’è un altro giocatore che avrebbe le carte in regola per potere fare altrettanto. Parliamo di qualcuno che Messi conosce molto da vicino: Neymar da Silva Santos Junior, a tutti noto con il nome di Neymar. Classe 1992, brasiliano purosangue, attaccante del Barcellona e del Brasile, di cui è anche Capitano, nonostante la giovane età. No, non lo scopriamo certo oggi il ragazzo nato a Mogi da Cruzes, stato di San Paolo, e figlio d’arte. Un approccio, da giovanissimo, allo street soccer, poi il passaggio al Santos, il numero 10 che fu di Pelè, suo principale idolo che di Neymar ha detto “può diventare più forte di me“. Un bagaglio di responsabilità non da poco, un certificato da fuoriclasse assoluto, considerato anche quanto restio sia ‘O’Rey’ nel definire qualcuno più grande di lui, fosse anche solo potenzialmente.
La carriera di Neymar è stata in continua ascesa, i campionati e le coppe vinte con il Santos, gli esordi col Brasile, i goal segnati a raffica ovunque e comunque. Poi, nell’estate del 2013, il passaggio al Barcellona, le lacrime di addio nel salutare il popolo del Santos, la determinazione nel voler conquistare l’Europa, nessuna paura di niente, neppure dell’ingombrante compagnia di Messi. Già, perché colui che è da molti considerato il calciatore più forte di tutti i tempi, da qualcuno è considerato troppo forte per chiunque gli ronzi attorno: talmente solista e superiore al resto da oscurare la stella dei compagni di reparto di turno. Da Ibrahimovic a David Villa, se ne potrebbe parlare. Sia chiaro che qui non si discute Messi perchè, senza giri di parole, la ‘pulce’ è il calcio. E tuttavia un fondo di verità c’è: troppo accentratore Leo, troppo primadonna, semplicemente troppo forte per non fidarsi quasi completamente di lui? Non esiste una risposa assoluta, peraltro negli ultimi tempi la convivenza con Suarez e Neymar ha dato i suoi enormi frutti, come dimostra il triplete dello scorso anno.
Ma non siamo qui per parlare di Messi, concentriamoci su Neymar: al Barcellona, in due anni e mezzo, 106 partite e 67 reti, distribuiti in tutte le competizioni. Un fuoriclasse che studia da leader, ma non ancora tale. Non fino ad oggi, sarebbe forse il caso di dire. Già, perché da quando il Barcellona ha dovuto rinunciare a Messi, infortunato, il brasiliano si è caricato la squadra sulle spalle ed ha sfornato numeri mai fatti vedere prima: 10 goal e 6 assist e, tanto per gradire, qualche numero da stropicciarsi gli occhi, come quello con cui ha messo ko il Villareal lo scorso weekend, una prodezza che ha richiamato alla mente proprio le magie di Pelè. Quanta grazia, Neymar. Voleva prendersi l’Europa, c’è riuscito lo scorso 6 giugno, vincendo la Champions League in finale contro la Juventus. Vorrebbe prendersi il mondo, ci andò vicino l’estate 2014 quando il suo Brasile fu distrutto a domicilio dalla Germania nella triste finale del Mondiale giocato in casa: farà di tutto per riscattarsi e siamo pronti a scommettere che ce la farà. E siccome il brasiliano non disdegna certo la gloria personale, ecco che il suo nome, in ottica Pallone d’Oro, inizia a farsi sempre più insistente: magari per il 2016, visto che quest’anno sembra roba di Messi. Deve continuare così Neymar, che sta crescendo molto bene: sempre meno spazio alle frivolezze dentro e fuori dal campo, più responsabilità, più voglia di diventare leader. E’ sulla strada giusta, quella strada che sembra avere imboccato senza ritorno. Messi e Cristiano Ronaldo gli sono ancora davanti, Neymar ha messo la freccia: vuole prendersi il mondo.