Da Handanovic ad Insigne, da Marcos Alonso a Jorginho: l’undici dei calciatori rinati ed esplosio nella Serie A 2015/2016
Sette giornate sono poche per tracciare bilanci, figurarsi se ci azzarderemmo a fare qualcosa di simile ad una sentenza definitiva. Tuttavia sono periodo sufficiente a comprendere la piega che potrebbe prendere la stagione di questa o quella squadra, di questo o quel giocatore. Ed è proprio su quest’ultima categoria che vogliamo soffermarci, andando a mettere insieme un undici di calciatori ‘rivitalizzati‘ rispetto al passato. E’ ovvio che, nella carriera di un professionista, possano esserci alti e bassi, con cadenza ovviamente differente a seconda di chi è il diretto interessato. Noi, nello specifico, siamo andati ad analizzare il rendimento dei protagonisti della Serie A 2015/2016, paragonandolo con quello delle annate precedenti. Abbiamo quindi individuato una formazione composta da singoli che, rispetto alla scorsa stagione, hanno avuto una netta impennata di rendimento. In mezzo ci troviamo grandi giocatori che, nel 2014/2015, avevano vissuto una rara annata grigia, come Pjanic e Boja Valero, ma anche insospettabili come Marcos Alonso che, prima di oggi, mai aveva convinto nelle sue annate in terra toscana. Un dettaglio assolutamente non da poco è quello relativo alle squadre di appartenenza dei vari calciatori: ben quattro giocano per il Napoli, tre sono tesserati invece con la Fiorentina. Testimonianza ennesima, questa, di come il lavoro di un allenatore possa incidere sul rendimento e sul benessere anche psicologico di un singolo elemento. Grandi applausi, dunque, a Paulo Sousa e Maurizio Sarri. Ma andiamo a vedere chi sono i protagonisti di questo inizio di stagione.
Tra i pali scegliamo un portiere che, negli ultimi anni, è stato spesso discusso: parliamo di Samir Handanovic, dell’Inter. Guai a farci condizionare dalla disastrosa prestazione dello sloveno contro la Fiorentina, che sul 4-1 rifilato a domicilio dai toscani all’Inter ha avuto grosse responsabilità. Sull’ottimo avvio di stagione della squadra di Mancini ha inciso soprattutto il basso numero dei goal subiti: 6, di cui 4 nella sopra citata partita. Merito di un’ottima difesa ma anche delle parate di Handanovic, tornato ai livelli che più gli competono. Andiamo ora alla difesa, composta unicamente da elementi di Fiorentina e Napoli. Sulla destra inseriamo Faouzi Ghoulam, in verità deputato solitamente a ricoprire l’out opposto del campo da gioco.
Ghoulam è stato uno di quelli che più ha risentito della gestione Benitez ma, con l’arrivo di Sarri, ha iniziato a rendere in maniera nettamente positiva, comportandosi egregiamente sia in fase di spinta che al momento di difendere. Incredibile il salto di qualità fatto registrare da Kalidou Koulibaly e Davide Astori: pensare ad una simile coppia di difensori centrali, lo scorso anno, avrebbe fatto gridare alla censura. Invece il senegalese si è impossessato della retroguardia campana di cui è adesso autentico leader: Sarri ha lavorato finemente su di lui, che ne ha guadagnato anche in autostima, riducendo quasi allo zero gli errori che ne avevano caratterizzato la prima annata al Napoli. Ad Astori ha invece giovato il cambio di casacca: l’anno in prestito alla Roma lo aveva svalutato parecchio, dopo la brillante era cagliaritana. Sousa ha deciso di affiancarlo spesso a Gonzalo Rodriguez ed ecco che Astori è tornato a giocare sui livelli che gli avevano fatto conquistare la nazionale azzurra oltre che un posto di rilievo in ogni sessione di calciomercato alla voce trattative. Il vero gioiello del reparto è però il laterale mancino Marcos Alonso: neppure il pur bravo Montella era riuscito a produrre qualcosa di buono dalle giocate dello spagnolo. Che, con l’avvento del solito Paulo Sousa, si è letteralmente trasformato: da oggetto misterioso a miglior terzino sinistro del campionato, con tanto di goal ed assist sfornati con regolarità impressionate.
Di viola e d’azzurro è tinto anche il centrocampo, dove troviamo però anche delle tonalità giallorossa: Borja Valero, Jorginho, Miralem Pjanic. Come detto in apertura, Borja Valero e Pjanic sono campioni assoluti, con piedi fini ed intelligenza tattica sopra la media: la scorsa stagione, però, si erano come intristiti, non rendendo affatto sui livelli che gli erano sempre stati soliti. Adesso occupano invece le vette di rendimento che competerebbero, da prassi, a due calciatori di simili qualità. Diverso il discorso su Jorginho: a Verona era esploso arrivando a conquistare, da oriundo, la nazionale azzurra. Col passaggio al Napoli aveva risentito sia del gioco di Benitez, a lui poco consono, sia del salto di qualità in una grande e tumultuosa piazza. Sarri ha saputo ridargli la giusta dimensione ed ora Jorginho sembra rinato, crescendo anche in termini di quantità. Capitolo attacco: la vera sorpresa è Marco Borriello, dai più considerato un ex giocatore. Colpa anche del diretto interessato che, negli ultimi anni, ha preferito rimanere sotto contratto con la Roma ed essere ceduto in prestito a varie società, dove mai ha fondamentalmente convinto. Parliamo però di un grande centravanti che, sicuramente, per le doti in suo possesso, non ha fatto carriera che poteva: il Carpi gli ha dato fiducia e lui sta ripagando con goal pesanti e prestazioni da attaccante di grande impatto. Ancora più sorprendente l’esplosione di Lorenzo Insigne, un altro che ha rischiato di finire schiacciato dall’etichetta di eterna incompiuta: è finalmente il figliol prodigo di una Napoli che, ad un certo punto, lo aveva ripudiato. Insigne sta giocando un calcio per palati fini, mai fine a se stesso e tremendamente concreto ed elegante allo stesso tempo. Ne beneficerà l’intero calcio italiano. Ultimo nome, che mai avremmo pensato di fare, quello di Gervinho: rimasto a Roma contro volontà della società e quando sembrava ormai fatta per il suo trasloco a Dubai, Garcia si è affidato a lui in un momento critico e l’ivoriano ha ripagato con prestazioni monstre ed una precisione sotto porta che lo scorso anno non si era mai vista.