Calciopoli – La verità di Moggi in merito allo “strapotere” delineato dalla Cassazione

Dopo le motivazione della Cassazione, pubblicate nella giornata di ieri, Luciano Moggi ha voluto esporre la sua versione attraverso le colonne di 'Libero'

CalcioWeb

Quella di mercoledì è stato una giornata dai due volti per Luciano Moggi. Da una parte la battaglia con Gianfelice Facchetti, da cui è uscito ‘vincitore’, e dall’altra le vicende che lo vedevano coinvolto nel suo ruolo di ex amministratore delegato della Juventus. Una giornata intensa caratterizzata dalla pubblicazione da parte della Cassazione delle motivazioni della sentenza con cui il reato di associazione a delinquere imputato a Moggi è caduto in prescrizione.

La versione di Moggi su questi due eventi non si è fatta attendere ed è arrivata attraverso lo spazio a lui dedicato su ‘Libero’. L’ex amministratore delegato bianconero ha attaccato i media colpevoli, secondo il suo parere, di andare in un’unica direzione, attaccando la sua persona e difendendo tutti gli altri membri coinvolti nella vicenda.

Per spiegare la sua idea, Moggi utilizza un paragone: “Calciopoli viene descritto in un modo da Tuttosport e riportato dal Corriere dello Sport in un altro, eppure hanno lo stesso editore. Un po’ come Hernanes che offese gravemente la Juventus e ora ne veste i colori. Meno male che esistono gli Ibra, che vestendo la maglia nerazzurra disse che gli scudetti li sentiva suoi”.

“In alcuni giornali, non in tutti, è in uso il vezzo di fregarsene se si fa del male a persone, la sola cosa che conta è essere graditi ai tifosi del posto, si guarda più a vendere il giornale che al male che si arreca. Quando non interessa una notizia si cerca di eclissarla per quanto possibile, il contrario se fa comodo”, scrive Moggi.

“E’ il caso del processo intentato contro il sottoscritto da Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, perso dallo stesso Facchetti in malo modo, di cui si trova notizia in poche righe quasi nascose. Se avessi perso avrei avuto l’onore di qualche prima pagina. C’è chi invece mette in risalto l’appello che il figlio farà delle motivazioni stesse, io mi auguro che ci ripensi Gianfelice perchè sbagliare è umano e perseverare è diabolico. Non si sono fatti mancare neppure le conclusioni che ne ha tratto il suo avvocato: “Ma Giacinto scherzava”. Carine davvero! Cosa gli vogliamo dire…”.

Ieri, come sottolineato, ha parlato la Cassazione: “Come un orologio svizzero è arrivata loro in soccorso la Cassazione con la pubblicazione delle motivazioni di Calciopoli dove in 10 anni di processi hanno solo saputo parlare di strapotere di Moggi, di reati consumati neppure l’ombra, a differenza di altri, solo alcuni a consumazione anticipata, che vorrebbe significare delitto ‘senza il morto’. Più o meno come il ‘sistema strutturale’ del processo sportivo, assente nella procedura disciplinare, le partite non alterate, il campionato regolare e gli arbitri assolti”.

“La privacy è giusta per tutti salvo per il sottoscritto, le schede svizzere che servivano per commerciale e mercato, definite segretissime, non possono essere considerate tali perchè intercettate dal maresciallo Zino e company che hanno asserito, a processo come testi, che non producevano traffico. Il che vuol dire ‘che c’era traffico che non interessava loro”. 

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