Storia di una repressione incontrollata: la Sud della Reggina

CalcioWeb

I tifosi della Reggina hanno subito non pochi scossoni negli ultimi anni

Negli ultimi anni il tifo organizzato a Reggio Calabria ha subito non pochi scossoni: i gruppi storici, vuoi la repressione, vuoi il mancato ricambio generazionale, non ci sono più. I risultati sportivi latitano più che mai e di fronte ad una delusione dopo l’altra il pubblico reggino è pressoché scomparso. Tutti, o quasi, hanno abbandonato la Reggina.

Tutti, tranne un gruppo di ragazzi che negli ultimi sei anni (controtendenza se vogliamo) sono sempre rimasti accanto alla squadra della propria città, e l’hanno fatto non senza dover affrontare delle difficoltà. Occupando i gradoni della sud sotto il nome di 1914 prima, e Curva Sud Reggio Calabria dopo, da sei anni a questa parte loro ci sono sempre stati, testimoni di anni di cocenti delusioni, retrocessioni, penalizzazioni e boccate amare, inutili però a scalfire la loro la passione o ad allontanarli dal loro mondo: dalla loro curva.

Oggi però i ragazzi della Sud si trovano a lottare con qualcosa che con la passione non ha niente a che vedere. Loro che ad Ischia, Melfi e Matera erano presenti, che c’erano a intascarne 4 a Benevento o Lamezia, stavolta (giusto stavolta) non c’erano, perché non hanno potuto, assistere alla partita più importante della stagione: il ritorno del derby play-out a Messina. Il motivo della loro assenza è a dir poco ridicolo e clamoroso, ma ormai, sull’argomento, l’Italia può vantare di essere il teatro dell’assurdo per eccellenza.

E’ domenica 24 maggio, ossia due giorni prima del derby di andata in casa degli amaranto, i rappresentanti della sud varcano i cancelli del Granillo per preparare la coreografia di martedì, successivamente sopraggiungono le forze dell’ordine che contestano ai tifosi quello che possono contestare, ergo: solo ed esclusivamente la loro presenza li, perché il gruppo tra l’altro non poteva neanche essere accusato di aver introdotto materiale pericoloso, in quanto gli unici oggetti di cui erano “armati” consistevano in pennelli, carta e bombolette spray. Inoltre la presenza dei tifosi allo stadio domenica pomeriggio era stata preventivamente comunicata alla società Reggina e alla città tutta, cercando di coinvolgere più persone possibili per preparare lo show pro derby.

A seguito di questo episodio, e passato anche lo spettacolo pacifico offerto dalla curva durante il derby di andata, due giorni prima del ritorno in casa del Messina, la Sud di Reggio si è vista notificare dalla Questura ben 23 DASPO, la maggior parte per la durata di 5 anni. Un provvedimento così pesante e mirato che per “aver forzato i cancelli dello stadio” (come dicono) suona proprio come un abuso di potere bello e buono, e che, arrivato due giorni prima della gara più importante della stagione suona invece come una vera e propria violenza oltre che una beffa.

Il gruppo nella sua interezza ha poi deciso, solidale nei confronti dei 23 colpiti ingiustamente, di non presenziare neanche in parte alla trasferta messinese e adesso è giusto che si punti a far aprire gli occhi a chi questi provvedimenti li emana, a fare in modo che ci sia un minimo di logica e di correttezza, ed è giusto che questi ragazzi, come tanti altri in Italia, non rimangano senza voce, è giusto che noi, chi ama il calcio, chi tifa, diventi la loro voce chiedendo giustizia. Giustizia per dei ragazzi “colpevoli” semplicemente di organizzare uno spettacolo a cui tutti noi abbiamo assistito e applaudito.

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