Da “Di furore e lealtà”, Vincenzo Nibali (parte terza): il giorno più bello, la vittoria del Giro d’Italia

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Dal libro dedicato al campione Vincenzo Nibali, “Di furore e lealtà”, la vittoria del Giro d’Italia e l’amore della gente

Concludiamo il nostro omaggio al ciclismo pulito con il ricordo della tappa che permette a Nibali di vincere il Giro d’Italia. È una tappa di montagna, di quelle difficili, che si scalano col cuore e con l’amore per i tifosi. E’ una di quelle scalate “alla Pantani”. E Nibali la ricorda così: “Quando ormai era fatta, alzai al cielo il pugno destro, poi ancora il sinistro, e subito dopo me lo portai al volto per baciare l’anello che ricordava la mia promessa a Rachele. Ero pazzo di gioia e d’orgoglio, mezzo morto e felice fino alle lacrime per tutto l’amore che sentivo intorno a me. Ci sono giorni speciali, nella vita di un uomo, nei quali vengono in chiaro misteri profondi, la cui soluzione è stata inseguita per mezza vita. Quel giorno era uno di quelli: finalmente avevo capito cosa significava entrare nel cuore della gente”. Ecco, il Giro d’Italia, in sintesi, è proprio questo. Semplice. Disarmante.

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