La rovinosa caduta del derby di Milano: che differenza rispetto al passato

CalcioWeb

derbyMilano, 7 Maggio 2003

Camminando per le vie del centro fin dalla prima mattina si sentiva un clima particolare, un’elettricità nell’aria che si sente solo nelle grandi occasioni.
Quel giorno c’era in programma qualcosa di leggendario ed indimenticabile, qualcosa di mai visto nel capoluogo lombardo: una semifinale di Champions League, che avrebbe messo contro Milan ed Inter, per la prima volta in una competizione europea.
Era il periodo d’oro del calcio italiano, con tre squadre tricolori su quattro approdate nella top 4 europea, il periodo in cui l’Italia era l’El Dorado pallonara.
Lo stadio Giuseppe Meazza, stracolmo come pochissime volte lo si era visto, avrebbe esposto al mondo intero le giocate di Andriy Shevchenko, Paolo Maldini, Alessandro Nesta, Clarence Seedorf, Fabio Cannavaro, Hernàn Crespo, Alvaro Recoba, Rui Costa, Javier Zanetti, tutti attori di primissimo livello in uno spettacolo che sarebbe rimasto nei libri di storia del calcio.

Milano, 23 Novembre 2014

Camminando per le vie del centro fin dalla prima mattina si sentirà un clima particolare, ben diverso però dall’elettricità di 11 anni prima… eppure è la stessa partita, nello stesso città e nello stesso stadio.
Milan-Inter è e resterà sempre il derby dei derby, ma questa volta non ci saranno grandi palcoscenici, non ci saranno attori di prima fascia e lo spettacolo offerto probabilmente sarà lo specchio calcistico di un film demenziale americano gustato con pop corn e coca cola ghiacciata: divertente forse, ma destinato a rimanere nel dimenticatoio delle cose mediocri.
L’El Dorado milanese ha preso la forma di un’Atlantide che precipita nell’oceano senza sosta e senza segni nessuna possibilità di salvezza, un pò come lo stesso campionato italiano.
Due squadre depresse, attualmente lontane dalle posizioni di campionato adeguate e con due allenatori molto criticati dai loro tifosi e in cerca di una rivincita e di un possibile rilancio.
Lo scorso campionato presentò due partite orripilanti, inutile usare perifrasi, una vittoria a testa che dimostrarono tutto il degrado di ciò che un tempo fu oro scintillante e ambito.

Dei 22 in campo probabilmente solo Samir Handanovic non sfigurerebbe in una partita come quella del 7 Maggio 2003, con Stephan El Shaarawy, Mattia De Sciglio, Mateo Kovacic e Mauro Icardi come possibili speranze future.
Questo e poco altro c’è da salvare: in attesa di tempi migliori ce lo faremo bastare.

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