Pasquale Bruno e i suoi caldi derby della Mole: “una volta picchiai Baggio”

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L’ex difensore di Juventus e Torino racconta i suoi derby a Goal.com

Non capita a tutti di giocare una stracittadina con entrambe le maglie. Uno dei pochi privilegiati, in questo senso, è Pasquale Bruno, roccioso difensore che fu portato da Mondonico in granata subito dopo aver abbandonato il bianconero, indossato dall”87 al ’90. “O’ Animale”, così lo chiamavano a causa della sua vis pugnandi sul terreno di gioco, analizza ai microfoni di Goal.com la situazione delle due squadre in vista del derby della Mole: “In questa prima parte di stagione, il divario tra le due squadre è molto netto, una Juventus fortissima e con pochissimi punti deboli, e un Torino che non attraversa un momento felice, che appare in crisi e che rischia molto domenica prossima. Vero che le sfide stracittadine sfuggono sempre ad ogni previsione, però sulla carta, in questo momento, non dovrebbe esserci partita. Mi auguro un colpo di reni dei granata, un Toro che scenda in campo con due punte per fare o cercare di fare la partita, altrimenti se si lascia il pallino del gioco agli avversari, concedendo spazi e ripartenze, la Juve è in grado di triturare tutto e tutti”.

bruno 2Il bilancio granata nei derby è drammatico, vista l’assenza di successi dal ’95 e l’incapacità di trovare la via della rete dal 2002: “Eh, i numeri non mentono mai, questo mi pare chiaro, ma la spiegazione da fornire non è così difficile. Al Torino mancano i veri giocatori da Toro, come me, Policano ed altri. Noi la settimana che precedeva il match la vivevamo con una carica incredibile, sempre pronti a dimostrare sul campo la nostra voglia e appartenenza alla maglia. Oggi non vedo calciatori con quelle caratteristiche ed è un peccato. Il divario economico tra le due società è sempre stato evidente, ma noi supplivamo con il cuore, il carattere, la grinta, e la voglia di caricare a testa bassa. Mi piacerebbe rivedere quello che una volta era decantato come “tremendismo granata”.

I suoi derby preferiti: “Ne ricordo due in maniera nitida, in maglia granata la vittoria con doppietta di Walter Casagrande, davvero un bel successo quello, mentre in maglia bianconera un derby conquistato al 90’ con goal di Ian Rush e 2-1 a per noi. Due soddisfazioni vere, vincere allo scadere poi è sempre stata una goduria suprema”.

L’aneddoto più curioso, invece, è davvero incredibile: “E’ forte, e ora ci rido su, ma all’epoca mi vergognai. Si giocava al “Delle Alpi”, ero un giocatore del Toro e perdemmo in “Zona Cesarini”, tipo al 91’. Ero furioso per la sconfitta che ritenevo immeritata. Paolo Di Canio mi fece il gesto dell’ombrello e se ne andò. Giurai a me stesso che la prima maglia bianconera che avessi trovato nel tunnel che porta agli spogliatoi, l’avrebbe pagata per tutti. Vidi da distante qualcuno con la casacca a strisce bianconere, mi avvicinai da dietro, lo presi per il collo gli diedi un paio di pugni e uno schiaffone senza sapere chi fosse. Poi il malcapitato si voltò, era Dino Baggio, con il quale ero stato compagno di squadra e rimasi di sasso ma non mi scusai, talmente ero infervorato. Il martedì successivo mi chiamò Luca Fusi, altro compagno di squadra e grande amico di Dino Baggio, e mi rimproverò per i gesti che avevo compiuto, cercai di negare ma alla fine ammisi il mio errore. Io ero così, molto fumantino come carattere mi si annebbiava la vista per la rabbia. Ovviamente poi tutto si ricompose e chiesi scusa a Dino”.

 

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