Già testato nella Confederations Cup, lo stadio di Recife, ovvero l’Arena che prende il nome della regione e quindi si chiama Pernambuco, ha già ospitato gli azzurri in occasione della sfida con il Giappone di Alberto Zaccheroni. E’ un impianto avveniristico, che a fine 2013 è stato in lizza per il premio di nuovo stadio più bello (non in Brasile, ma nel mondo) costato l’equivalente di 161 milioni di euro e che è ricoperto da 3.652 pannelli solari che, a pieno regime, forniscono il 30% di tutta l’energia necessaria alla struttura. Il generatore è costato da solo quasi 3 milioni di euro, ma a sentire le autorità locali, che hanno giudicato ”molto positivo” il bilancio del primo anno di attività dello stadio, ne è valsa la pena, visto che fornirà energia anche agli abitanti di Sao Lourenco da Mata, il sobborgo dell’area metropolitana ‘Grande Recife’, decisamente lontano dalla zona balneare dove solitamente soggiornano i turisti, in cui sorge questo stadio da 46.000 posti costruito dall’onnipresente Odebrecht. Ai Mondiali vi si giocano Croazia-Messico, Costa d’Avorio-Giappone, Italia-Costa Rica, Usa-Germania e un ottavo di finale.
La vera impresa è raggiungere l’Arena Pernambuco, visto che la fermata del treno metropolitano e degli autobus è lontana e costringe a lunghe passeggiate. Il problema trasporti quindi ora si ripropone, anche se le autorità contano di far diminuire i disagi nei trasferimenti in tutta l’area grazie al nuovo sistema di trasporto rapido Brt in grado di trasportare 330 mila persone al giorno. Anche lo stadio di Recife, come quello di Salvador, dopo i Mondiali prenderà il nome della birra Itaipava, che si è aggiudicata i ‘naming rights’: potenza dello sponsor.