Con i suoi 850mila abitanti compreso l’agglomerato urbano che forma con Varzea Grande, la capitale del Mato Grosso Cuiabà è la meno popolata (e anche la meno estesa se si considera il territorio) tra le 12 città che ospiteranno il prossimo Mondiale. Deve il suo nome a un termine traducibile come ”arrosto di pesce”, allusione all’abitudine degli indios Bororo di cibarsi di questo alimento. Detta anche ”cancello meridionale dell’Amazzonia” e con un clima tra i più caldi e secchi del Brasile, Cuiabà è stata inserita nel torneo più per ragioni turistiche e pressioni politiche che per motivi calcistici, e per questo anche lo stadio Arena Pantanal rischia di trasformarsi in un monumento allo spreco. Intanto, in attesa di uno sponsor che ne cambi il nome, porta quello dell’immensa pianura alluvionale simbolo di questa zona e maggior ecosistema del mondo. Quanto allo stadio, forse a ‘salvarlo’ dopo i Mondiali provvederà la passione cittadina per l’Arsenal, che ad onta del nome non è un team calcistico ma di football americano, campione nazionale due anni fa e capace di avere una media spettatori di tremila presenze contro il migliaio attirato del ‘futebol’, ovvero lo sport che altrove è la passione nazionale e che qui, tra Cuiabà, Luverdense, Mixto e Sinop, fa pochi proseliti. Per chi sogna la NFL sembra andare in modo diverso, al punto che il presidente dell’Arsenal Orlando Ferreira è convinto che, grazie al nuovo impianto portato in dote dal Mondiale, ”potremo arrivare ai ventimila spettatori a match”. Ad aumentare l’entusiasmo è arrivato l’annuncio di un possibile ritorno all’agonismo di Rogerio Minotauro, lottatore di MMA popolarissimo da queste parti e capace, lui sì, di riempire eventualmente lo stadio, che è anche uno di quelli terminati all’ultimo momento, per la disperazione della Fifa, che a lungo ha meditato di escludere la capitale del Mato Grosso dalle sedi della Coppa.
Ecco lo stadio di Ciuaba: