Il punto sulla 6a giornata di Serie A

CalcioWeb

gervinhoLa conferma: Il Cagliari, da quando lo ha preso in mano Diego Lopez, è diventato una squadra molto solida e un’avversaria molto dura da affrontare per tutti quanti. Se n’è accorta anche l’Inter di Mazzarri, che ha faticato domenica contro i sardi: non per demerito proprio, ma per merito di Nainggolan e compagni. Difesa accorta, centrocampo di buon livello e attacco tra i migliori del campionato per assortimento e qualità. Se i rossoblu continueranno a brillare sia sul campo da gioco che per mentalità, potranno togliersi parecchie soddisfazioni e vivere, per il secondo anno consecutivo, un campionato più che tranquillo.

La sorpresa: Diciamoci la verità, in pochi avrebbero scommesso su un risultato positivo del Parma in quel di Firenze. Ed invece gli emiliani ci sono riusciti. Magari rocambolescamente, magari con un po’ di fortuna, ma hanno portato a casa 1 punto molto importante, che fa il paio con i 3 ottenuti nell’ultimo turno contro l’Atalanta. Era l’ora che i ragazzi di Donadoni si dessero una mossa, dopo un inizio pessimo che aveva fatto temere il peggio ai più. La salvezza, con questa grinta, potrà arrivare tranquillamente. Non solo Cassano, ma tutti i calciatori del Parma stanno dando un contributo notevole: se inoltre il fantasista di Bari Vecchia dovesse tornare ad eccedere con costanza (sin qui lo ha fatto ad intermittenza) ed Amauri segnare come nei tempi migliori, la strada si farà in netta discesa.

La delusione: Perdere in casa del Milan ci può pure stare, ma questa Sampdoria continua a deludere: sul piano del carattere e sul piano del gioco, il livello è decisamente deficitario. La conferma di Delio Rossi sembra mossa giusta, l’impressione è che la squadra sia stata costruita male, e non poco. Manca un uomo d’ordine in mezzo al campo, e manca un attaccante che possa dare il giusto sostegno a Gabbiadini, nel momento dell’assenza di Eder. Troppa confusione e poca concretezza: di questo passo si rischia di sprofondare, un destino che la Sampdoria deve assolutamente evitare.

Il top player: Rieccolo, finalmente, German Denis! Doppietta contro l’Udinese per il bomber dell’Atalanta e tanti saluti alle critiche premature. Il ‘tanque’ sarà fondamentale per i destini dei nerazzurri, la cui salvezza passa necessariamente dai goal del centravanti argentino. Un giocatore forse poco apprezzato perchè poco personaggio. Eppure ha segnato, da quando è all’Atalanta, 34 goal in 78 partite giocate con la divisa della ‘Dea Bendata’: merito anche a Pierpaolo Marino, abile a trattenerlo l’estate passata, quando la Fiorentina ha cercato di metterlo a disposizione di Vincenzo Montella. Vanamente.

Il flop player: Di questo passo, Ciro Immobile rischia davvero di rimanere un’eterna incompiuta: dopo l’annata monstre vissuta in Serie B con il Pescara, lo scorso anno al Genoa ha sprecato la sua prima chance in Serie A. Colpa anche di un contesto che non gli ha permesso di esaltarsi al meglio. Ma al Torino i presupposti per fare bene c’erano e ci sono tutti: e invece eccoci qui, a commentare l’ennesima prestazione flop del centravanti campano. Gli manca il goal, che è il pane quotidiano di chi, di mestiere, fa il centravanti. Se poi il ragazzo si mette anche a commettere interventi killer come quello adoperato nel derby ai danni di Tevez, c’è proprio di che rimanere sconcertati. Immobile ha sempre dato l’impressione di possedere le stimmate dell’uomo goal: vederlo trasformato nel classico centravanti di fatica ci deluderebbe molto. Forza Ciro, riscattati!

Il goal più bello: Premiamo un attaccante che, sin qui, si era costruito la poco onorevole fama di ‘divoratore’ di goal: chiaro il riferimento a Gervinho, autore di una bellissima segnatura contro il Bologna. Per la precisione, parliamo della seconda rete personale dell’ivoriano che, ricevuta palla praticamente a metà campo, è andato via a velocità supersonica, lasciando a sedere il non impeccabile Antonsson e calciando con un destro a giro prima di subire il ritorno di Mantoavni. Palla nel sacco e Curci (in questa occasione) impotente. Altro capolavoro di Rudi Garcia, aver reso quello che sembrava un buon velocista e poco altro, un esterno micidiale e capace di vedere la porta. Proprio come ai tempi pre Arsenal, in quel di Lille, quando ad allenare Gervinho era proprio Rudi Garcia: non esattamente un caso…

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