Per raccontare le storie di calcio brasiliane il prologo è sempre lo stesso. Come per le fiabe il “C’era una volta” apre la strada al racconto, la base per le favole calcistiche é la povertà: i polverosi campi di periferia, le favelas, i sacrifici, i sogni di rivalsa. I sogni, appunto, sono la benzina che muove il tutto, la volontà di uscire da quel mondo, e il mezzo per farlo in molti casi è il pallone.
Ne sa qualcosa Felipe Anderson Pereira Gomes, nato a Brasilia il 15 Aprile del ’93, il ragazzo ha sempre avuto le idee chiare, lui la sua battaglia con quel mondo l’ha vinta. El Pipe, diminuitivo di Felipe o letteralmente Il Tubo per via del fisico longilineo nel corso della sua formazione calcistica ha girato varie giovanili (la 14°CPMIND, la Federal, il Gaminha, l’Astral), nomi di squadrette come tante, tantissime in Brasile, più che altro in queste squadre ci si passa il tempo, il vero campo di allenamento si sa è la strada.
Il Coritiba, tramite una rete di osservatori e consulenti di fiducia, si interessa al ragazzo dell’Astral e nel 2007 lo porta nelle giovanili della Coxa. Passa poco, pochissimo tempo, la stessa estate a dire la verità, che la fitta rete di osservatori, consulenza dopo consulenza lo portano al Santos.
Nelle giovanili de la Peixe, impressiona tutti: ambidestro di qualità, è il centrocampista che ogni allenatore vorrebbe, uno di quelli che nel calcio di oggi fa la differenza, in grado di coprire tutti i ruoli del centrocampo El Pipe ha una reattività fuori dal normale, dotato di una buona visione di gioco e di ottima corsa il suo apporto alla squadra, la sua partecipazione ad ogni manovra, è vitale. Il 6 ottobre 2010 arriva l’esordio contro la Fluminense, pochi spiccioli di una gara da dimenticare per il Santos, vinta 3 a 0 dalla Flu.
L’anno successivo Pipe si gioca al meglio le sue carte col Peixe, con Ganso in rotta col club per varie vicende di mercato, l’appena diciottenne riesce a ritagliarsi 18 presenze con 1 gol e 4 assist.
Nel 2012 Ganso gioca ancora meno dell’anno del debutto di Felipe, che si prende, è il caso di dirlo, il Santos. Fa vedere tutto il suo talento facendo cose straordinarie al fianco dell’amico Neymar e con la 10 sulle spalle, che da quelle parti è più di una maglia, è La Maglia, la più pesante di tutte, quella do Rey, quella di Pelè, scende empre in campo: 39 partite disputate, 6 gol e 7 assist, e la vittoria del Paulista.
La sua esperienza col Santos si chiude con 2 Paulista, 1 Recopa Brasiliana e soprattutto la Copa Libertadores che ai Peixe mancava da ben 48 anni.
Il 9 luglio scorso dopo una lunghissima trattativa, il duo Tare-Lotito è riuscito a portare a Roma uno dei migliori prospetti della nazionale verdeoro per 9 milioni. La presentazione è di quelle con dichiarazioni che fanno felici i tifosi: la voglia di entrare nella storia di questa squadra, un “Forza Lazio” e il pensiero già alla Supercoppa contro la Juve. Subito la voglia di fare bene, subito la voglia di farsi amare, el Pipe sarà il 30esimo brasiliano della storia biancoceleste, lui ce l’ha fatta: dalla favelas alla Serie A, col pensiero fisso al Mondiale 2014 e la benedizione de La Meglio Gioventù.
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