Il Mondiale 2014 in Brasile sembra ancora molto lontano, invece lo è molto meno di quanto sembra: la febbre per l’attesissimo evento è già alta, basta il turno di qualificazioni di questa settimana a fare respirare l’aria del Mundial, in patria già dopo la nomina di paese ospitante è scattata la “Copa du Mundu-Mania” .
Era il Mondiale del 1950 l’ultimo ad aver visto il Brasile nazione ospitante, si assegnava ancora la Coppa Rimet, quel mondiale è ancora ricordato come O Maracanaço “disastro del Maracanà”, una delle ferite più profonde nella storia della selezione più titolata del pianeta. I favoritissimi padroni di casa giunsero alla finale contro la Celeste Uruguaiana forti della loro superiorità e convinti di trionfare davanti al pubblico amico, un pubblico record per una partita di calcio, la vigilia dell’incontro partirono già le celebrazioni per i “Campioni del Mondo”, ma dopo l’illusione del gol del vantaggio firmato Friaça, gli uruguaiani ammutolirono un Maracanà stracolmo, prima con l’ex milanista Schiaffino e poi con Ghiggia per il definitivo 1a2 che regalò alla Celeste una vittoria tanto inaspettata quanto importante per la sua storia. Quella partita per i brasiliani rappresentò più di un disastro, molti giocarono praticamente tutti i propri averi sulla vittoria dei verde-oro, dopo la “tragica” finale si contarono molti suicidi di gente da allora finita sul lastrico per la brutta sorpresa subita dall’Uruguay.
Sono passati 53 anni da quell’ultimo Mondiale targato Brasile, adesso la Seleçao, non ha gli stessi favori del pronostico di allora, forse meglio così per una questione scaramantica, ma è senz’altro una delle favorite, e si affida al nuovo fenomeno paulista, se l’Argentina ha quello vero, il Brasile ha trovato il suo di Messi: Neymar da Silva Santos Júnior.
Lo conoscete senz’altro tutti quello che viene considerato come l’erede designato dell’immenso Pelè. Già, O Rey, La Perla Nera, simbolo di un calcio diverso da quello che conosciamo oggi, simbolo del calcio in generale, lui stesso, il Re del Calcio, ha incoronato il ragazzino appena 20enne come il suo erede, anzi “Neymar è il mio erede. Può diventare anche più forte di me” le parole esatte. Parole che pesano davvero come la corona di un regno, come se il ragazzino di Mogi das Cruzes (San Paolo), città che gli regalò i natali il 5 Febbraio del 92, dovesse davvero governare un paese, in un certo senso è quello che il Brasile si aspetta da lui.
A San Paolo, come in tutto il resto della nazione, si vive per strada con il pallone incollato ai piedi, e il piccolo fenomeno ci mette poco a far vedere quello di cui è capace, non per niente è anche considerato un “profeta” dello street-soccer, del calcio freestyle, del beach soccer, di cui i brasiliani da una vita sono i maestri incontrastati. La famiglia, dopo aver girato tre città dello stato di San Paolo, si stabilì nel 2003 a Santos, città di una delle squadre più famose del Brasile, per coincidenza la squadra di Pelè, l’omonimo Santos FC, da quel momento il ragazzo entrò a far parte del titolato club, e a marcare il fatto di avere in cantera un extraterreste rispetto agli altri giovani canterani, la società paga a Neymar 10mila real mensili (poco meno di 4mila euro) quando il fenomeno ha appena 15 anni, e compiuti i 16 gliene versa ben 25mila (10mila euro), uno così va coccolato, anzi viziato, è una miniera d’oro che cammina, e a confermarlo è il primo contratto da professionista siglato a 17 anni, accompagnato dalle richieste dei primi sponsor che vogliono il volto del baby fenomeno accanto al loro marchio, in pratica un successo in perfetto stile rockstar.
Alla sua prima stagione col Santastico, con i suoi 17 anni appena compiuti fa 33 presenze e 10 reti, ed è già noto a tutte le grandi squadre europee, che visto il prezzo alzato dal Santos per il suo fenomeno, decidono di aspettare che il ragazzo diventi un investimento sicuro. Ma il rischio è davvero poco, il Mohicano (chiamato così per il particolare taglio di capelli) fa subito vedere numeri pazzeschi, palla al piede è qualcosa di meraviglioso, giocate da futsal abilmente interpretate in un campo più grande con velocità impressionante (un altro soprannome datogli infatti è O Rey do Drible), inoltre ha un particolare che fa invidia a molti calciatori, la capacità di fare tutto bene sia col destro che col sinistro, e per non farsi mancare nulla è forte pure di testa nonostante non si distingua per doti fisiche (ulteriormente detto O Magrelo), insomma un giocatore già completo così e con ampi margini di miglioramento.
Naturalmente diventa subito protagonista con la Seleçao giovanile in tutte le varie classi di età possibili, debuttando con l’Under17 nel Mondiale di categoria, e con il Santos già a 18 anni è il punto di forza del Peixe, e nel 2010 vince il Paulista abbinato alla Coppa del Brasile.
Giudicarlo predestinato significherebbe usare un pallido eufemismo, e a conferma di quanto detto finora, nel 2011 archiviato il secondo Paulista consecutivo, porta il Peixe alla vittoria della tanto agognata Copa Libertadores segnando contro il Penarol nella finale di ritorno in casa al Vila Belmiro, non accadeva da 48 anni, proprio dai tempi di Pelè, l’ennesima coincidenza. Viene insignito della Bola de Ouro, premio che viene assegnato al miglior giocatore brasiliano dell’anno.
Impossibile far si raccontare Neymar non diventi tesserne le lodi, ci aiuta lui a far si che non siano solo rose, mostrando l’unica caratteristica che non si avvicina per nulla a O Rey, ossia un caratterino particolare, a voler entrare per forza in quel gruppo di campioni fatti di genio e sregolatezza, che alternano le magie del campo con le bravate della vita fuori e dentro il rettangolo di gioco. Così anche il nostro fenomeno si è fatto distinguere per aver causato una rissa con ripetuti insulti agli avversari durante Santos – Crearà; per aver causato l’esonero del suo allenatore, quando in seguito ad un rigore assegnato al Santos, il tecnico decise di non farlo battere a lui e per risposta l’attaccante iniziò a giocare una partita solitaria, senza passare mai la palla ai compagni, questo portò alla sostituzione che causò i malumori del ragazzo e che porto la società ad esonerare il mister per accontentare la sua gallina dalle uova d’oro; per aver postato frasi ingiuriose nei riguardi di un arbitro su Twitter e altri episodi che sorvoleremo. Sembra che i ruoli dei fenomeni si siano invertiti in Sud America, nel calcio di una volta l’Argentina aveva il genio sregolato di Maradona e il Brasile si distingueva per la pacatezza di Pelè, nel calcio di oggi invece l’Albiceleste ha il fenomeno diligente Messi, mentre la Seleçao ha sfornato un fenomeno eccentrico come Neymar. I due fenomeni odierni sono sicuramente agli antipodi come carattere, ma pare che vadano d’accordo nella vita privata, a dire il vero pare proprio che dovranno anche iniziare a convivere, la nuova avventura di Neymar sarà proprio con il Barça di Messi.
Oggi a 21 anni compiuti, con 54 gol già messi a segno col Santos in 102 incontri, con il suo stipendio da 6,6 milioni di euro, con i 17 gol con la nazionale maggiore e un cartellino da 50 milioni in su Neymar è il testimonial della Seleçao per i prossimi Mondiali, la speranza di vendicare quell’ultimo Mondiale casalingo del ’50 passa soprattutto da lui, che ha iniziato a sentire la responsabilità cambiando il suo estrosissimo look, ancora è lontano da quello canonico di Pelé, ma non si può chiedere ad un ragazzo di non esprimere la sua personalità solo perché tutto il mondo lo considera “The Next Pelé”. Come Occhio di Falco de “L’ultimo dei Mohicani” , O Mohicano Neymar proverà a portare la vendetta ai suoi, se riuscirà a portare la Coppa sotto il Cristo Redentore a Rio, senza essere blasfemi possiamo dire che per qualche giorno la celebre statua porterà il suo volto, almeno nell’immaginario carioca, ma manca più di un anno a quell’appuntamento che dirà se Neymar verrà incoronato o no nuovo Rey, in attesa lo incoroniamo noi nel Regno della Meglio Gioventù.