Il Perugia di Gaucci ha dato un contributo notevole in fatto di ‘bidonesimo’. Ha avuto belle intuizioni l’ex patron perugino, come Nakata, Dellas o Vryzas, ma sono più, ahilui, i casi in cui ha portato in Italia vere e proprie ciofeche. Pensiamo al centrocampista Emerson Pereira, al puntero Kaviedes, al greco Loumpoutis, al libico Muntasser e, sempre a proposito di Libia, l’improponibile rampollo Gheddafi, Al Saadi. Ma colui che, più di ogni altro, ha tenuto altissima la bandiera dei bidoni made in Gaucci è lui, l’ineffabile cinese Ma Mingyu. Costuio approda alla corte dei grifoni nell’annata 2000/2001. Non appena arrivato, sul suo conto si iniziano a narrare storie esilirante, mai realmente verificate, e chiaramente sconfinanti nel campo della leggenda.
Tra le prime storie che lo vedono per protagonista, ve n’è una in cui si narra che la Federcalcio Cinese, che si occupa di tutti i trasferimenti all’estero dei calciatori locali, abbia in realtà rifilato ai perugini non il calciatore da loro realmente richiesto, ma un altro – Ma Mingyu appunto – puntanto sul fatto che i dirgenti umbri non siano poi tanto ferrati in materia di calcio asiatico. Ma tant’è, nell’estate del 2000 sbarca a Perugia Ma Mingyu, centrocampista proveniente dal Sichuan Quanxing e militante anche nella nazionale del suo paese. Al solo vederlo, i tifosi della compagina allenata quell’anno da Serse Cosmi sbiancano letteralmente in volto: il perchè lo capite guardando le sue foto. Il giocatore cinese all’anagrafe risulta avere 28 anni, ma il suo aspetto estetico fa sorgere parecchie dubbi. Fermo restando il fisico che tutto sembra tranne che quello del calciatore, è soprattutto il suo volto rugoso a far insospettire parecchia gente riguardo quella che sia la sua reale età.
Lo sconforto che coglie i supporter del Perugia si trasforma in ilarità isterica quando Ma Mingyu, che pretende la casacca numero 9, rilascia l’intervista di presentazione alla stampa, in cui si paragona a Michelangelo, sulla falsariga del soprannome di Pinturicchio dato a Del Piero, e in cui promette di portare la compagine umbra negli alti piani della classifica. In realtà, il Perugia disputa effettivamente un ottimo campionato, raggiungendo l’undicesimo posto in classifica e mettendo in mostra elementi validissimi come il difensore goleador Marco Materazzi (autore di ben 11 segnature), il regista Fabio Liverani e l’attaccante Zisis Vryzas. Ma del cinese non v’è traccia alcuna. Dopo averlo visto in allenamento, Serse Cosmi si rende infatti conto di come il ‘fenomeno‘ venuto dalla Cina tutto sia tranne che un calciatore adatto a certi livelli, e non a caso gli fa giocare la miseria di un’amichevole, più qualche minuto in un incontro di Coppa Italia. Dopodichè, il nulla.
Ecco perchè, a fine stagione, Ma Mingyu torna a giocare a calcio nel proprio paese. Ad accoglierlo, a braccia aperte, è lo Sichuan Guancheng, club del quale diventa subito leader e capitano. Questo a far capire quanto fosse arido il livello del calcio cinese a quel tempo. Nell’estate del 2002 disputa addirittura i Mondiali di calcio di Corea e Giappone con la nazionale cinese, della quale è anche capitano. Nel 2003 appende invece le scarpette al chiodo, dopo aver messo assieme ben 85 presenze e 12 segnature con la rappresentativa della sua nazione. Cosa faccia adesso, non ci è in realtà dato saperlo. Quel che è certo è che Ma Mingyu è rimasto impresso senza ombra di dubbio nelle menti dei tifosi del Perugia: come dimenticare, del resto, un bidone così disastrato?