9 Luglio 2006, Italia-Francia 6-4 (dcr): azzurri Campioni del Mondo

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Sono passati esattamente 6 anni dalla notte più bella, calcisticamente parlando, degli ultimi 30 anni, per la nostra nazione. L’11 Luglio saranno passati 30 anni dalla vittoria azzurra a Madrid nel Mondiale 82, da lì in poi la gioia più grande è stata vissuta da noi italiani, proprio nell’estate 2006, quando una Nazionale, travolta dallo scandalo di Calciopoli, come era stata travolta quella di Bearzot da quello del Calcioscommesse, fu capace di rispondere alle critiche con i fatti. Una Nazionale che proveniva da due delusioni, che chiamare cocenti  è poco: la sconfitta al Mondiale 2002 contro la Corea, con il celebre arbitraggio di Byon Moreno, e l’eliminazione, due anni dopo, agli Europei in Portogallo, a causa del “biscotto” di Svezia e Danimarca, che pensarono bene a togliersi di mezzo quella nazionale che avrebbe dominato di lì a poco. Una Nazionale, l’Italia, che ha sempre abituato a partenze in sordina:  un esempio è quello del 1982, quando nella prima fase a gruppi conquistò soltanto tre pareggi, prima di abbattere Argentina, Brasile, Polonia e Germania. Un po’ come gli azzurri di Prandelli, che nell’ultimo Campionato Europeo, dopo una partenza incerta, nelle partite importanti hanno dimostrato il loro vero valore, arrendendosi solo alla Spagna in finale. E così, anche nel 2002 e nel 2004, quando la strada degli azzurri è stata interrotta da cause oscure e sinistre, non sapremo mai come sarebbe andata a finire, ma il calcio è uno sport spietato, come fu spietata quella nazionale.

Conclusosi il ciclo di Trapattoni, a guidare gli azzurri era stato chiamato Marcello Lippi, vincente con la Juventus, con l’unica macchia del fallimento all’Inter nella sua carriera da allenatore. 7 punti furono più che sufficienti a vincere il girone. Con il Ghana fu Pirlo a sbloccare la partita, con un gran tiro, e Iaquinta a chiuderla in contropiede. Con gli Usa, fu la partita giocata peggio, un 1-1 sofferto vide segnare prima gli azzurri con Alberto Gilardino, e poi pareggiare gli avversari grazie alla rocambolesca autorete di Zaccardo, in una partita cattiva, caratterizzata dall’espulsione di De Rossi, per una gomitata, e dai rossi a Mastroeni e Pope, con gli americani rimasti in 9. A chiudere il discorso qualificazione ci pensarono Materazzi e Inzaghi contro la Rep.Ceca di Pavel Nedved, che in quella partita instaurò una vera e propria “sfida nella sfida”, con il compagno di squadra nella Juve, Gianluigi Buffon, che si superò su di lui in diverse circostanze.  Lippi sembrava aver affidato l’attacco a Gilardino e Toni, con Totti in supporto; a centrocampo il comando era tutto di Andrea Pirlo, con Gattuso e Perrotta fondamentali, il primo nel recuperare palloni, il secondo negli inserimenti senza palla. I problemi riguardavano il reparto difensivo, in cui l’infortunato Nesta non pareva disporre di alternative all’altezza, e sugli esterni l’unica certezza era rappresentata da Gianluca Zambrotta, visto che Zaccardo aveva deluso e Grosso non sembrava avesse la maturità sufficiente per affrontare un mondiale da titolare. Invece fu il mondiale proprio di Grosso e Materazzi, le cosiddette “riserve”. Agli ottavi di finale, evitato il “dream team” Brasile, ad aspettare gli azzurri c’era l’Australia di Guus Hiddink, ex C.t. della Corea che ci aveva eliminato 4 anni prima, proprio agli ottavi di finale. La partita sembrava condannarci, in quanto Marco Materazzi lasciò la squadra in 10, ma la favola di Fabio Grosso era appena iniziata: sfruttando un delizioso assist di Francesco Totti, lasciato fuori per la prima e ultima volta da Lippi e subentrato a Del Piero, con un azione dirompente sulla fascia sinistra riuscì a guadagnarsi un prezioso calcio di rigore al 90’. Totti non sbagliò e l’Italia si qualificò per i quarti di finale, dove avrebbe incontrato la sorprendente Ucraina di Shevchenko. L’Italia che arrivò a quella partita era sconvolta dal tentato suicidio dell’ex terzino azzurro Gianluca Pessotto, in campo non ci fu storia: 3-0 secco grazie a Zambrotta e alla doppietta di Toni, che si era finalmente sbloccato. Quella fu la partita della svolta, Lippi abbandonò il 4-3-1-2, per un 4-4-1-1 che vedeva il solo Totti, a sostegno del bomber Toni. In semifinale, contro la Germania, i pronostici erano tutti contro gli azzurri. I tedeschi erano favoriti, venivano da una finale mondiale, ed erano soprattutto padroni di casa. Dopo 90 minuti di assoluto equilibrio, ai tempi supplementari le scelte di Lippi si rivelarono decisive: il tecnico di Viareggio ebbe il coraggio di schierare assieme Totti, Del Piero, Iaquinta e Gilardino, dimostrando al mondo intero, che a fare il catenaccio saranno altri. L’Italia dominò nella mezzora supplementare, sfiorando più volte il gol, in particolare con Zambrotta e Gilardino, che colpirono due legni, prima di segnare negli ultimi due minuti con Grosso e Del Piero. Gioia incommensurabile ed emozioni indimenticabili. Storica la rete di Grosso, simbolo di quella Italia umile, ma valida, che ricordava tanto quella dell’ 82; storica l’esultanza del terzino che era appena stato acquistato dall’Inter  che ricordava tanto quella di Tardelli nella finale di Madrid, storica fu la corsa di Alessandro Del Piero, che prima di gettare il pallone alle spalle di Lehmann, si fece tutto il campo al 120° minuto. L’Italia era in finale, ed era pronta ad affrontare la Francia di Zidane, Campione del Mondo 1998 e Campione d’Europa 2000.

In Italia non si faceva altro che pensare alla finale di Euro 2000 e ai rigori di France 98, i Francesi erano la nostra “bestia nera”. Pronti-via e alla squadra di Domenech fu letteralmente regalato un calcio di rigore, che Zidane trasformò, rischiando, con un “cucchiaio” riuscito male, che toccò la traversa prima di rimbalzare dentro. Sempre nel corso del primo tempo gli azzurri riuscirono a pareggiare con Marco Materazzi, capocannoniere azzurro insieme a Toni con 2 reti, dopo un calcio d’angolo dell’immenso Pirlo. Forza di quell’Italia furono i calci piazzati, infatti ben 6 reti furono realizzate grazie a palle da fermo, o sviluppi su azioni da fermo;  forza di quell’Italia fu soprattutto la difesa: Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Materazzi, Grosso. Questi 5 furono mostruosi, non a caso quello di Zidane fu il secondo gol subito dagli azzurri (1 autorete ed 1 calcio di rigore inesistente) e non a caso Cannavaro e Buffon si classificarono rispettivamente primo e secondo nella classifica del Pallone d’Oro; ma forza di quell’Italia fu soprattutto il Gruppo: segnarono tutti gli attaccanti in rosa e il nostro spirito di squadra era sicuramente superiore a quello della Francia. Gli avversari, bisogna ammetterlo, giocarono meglio di noi la finale, ma dopo la testata di Zidane a Materazzi, si è avuta l’impressione che tutto il mondo avrebbe voluto che a sollevare la Coppa fosse stata la Nazionale Italiana. E così è stato, dopo i calci di rigore, gli azzurri vinsero il Mondiale, segnarono in sequenza Pirlo, Materazzi, De Rossi, Del Piero e Grosso. Per i francesi, quasi per giustizia divina, sbagliò David Trezeguet, colui che aveva infranto, 6 anni prima, il sogno Europeo all’Italia di Zoff. Fu una vittoria indimenticabile, siamo andati vicini ad una gioia simile una settimana fa, non siamo riusciti a battere la fenomenale Spagna, ma i Mondiali sono alle porte, basta aspettare 2 anni, per sognare ancora…

Tutti i gol degli azzurri

 

 

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