Da qualche giorno Mattia Perin è tornato ad allenarsi a Pegli dopo la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Il portiere del Genoa ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’ in cui ha parlato anche dei rumors legati ad un suo possibile passaggio all’Inter:
“Dell’Inter si parla ogni anno e ormai sono un veterano. Devo tutto al Genoa, è la mia seconda famiglia. Da professionisti non si sa quello che ci dirà il futuro. Quando ero bambino, oltre al Latina, tifavo Ronaldo il Fenomeno“.
Perin si sofferma poi sulla follia dei portieri: “Facciamo una cosa che va contro l’istinto umano, buttarsi a terra. Ogni giorno lo facciamo circa duecento volte in allenamento. E poi prendiamo pallonate, calci in faccia e non abbiamo paura. Siamo i più coraggiosi, e con un’agilità mentale superiore alla media”.
Sulla sua vita personale: “Ho capito le persone che stanno con Mattia e non con Perin. La mia famiglia non è stata ricca, anzi. So cosa si prova a possedere quasi nulla. Se un giorno dovessi perdere tutto non avrei paura, perché so di essere stato tanto felice lo stesso anche senza soldi. Le mie debolezze sono vini ed orologi di marca.
Una volta mangiavo guardando il cellulare e alla fine non sapevo nemmeno cosa avevo nel piatto. Io senza cellulare sto male, ma so che l’uso eccessivo è sbagliato, così come l’ostentare la ricchezza. Perché far vedere su Instagram che hai la Ferrari o l’orologio da cinquantamila euro?”.
Infine Perin ammette di aver commesso degli errori in passato e che essere calciatore aiuta con le ragazze: “Non sono un santo, ho fatto tante cavolate, però poi si deve crescere. Anche in questo il telefonino non aiuta. Un calciatore che appena pensa una cosa la mette su internet può scatenare un patatrac. Ero deluso da me stesso perché avevo mancato di rispetto a me e alla storia italiana. Anche i miei genitori si arrabbiarono.
Donne? Tante ragazze vanno col calciatore, non con l’uomo. Se avessi fatto il bancario non avrei avuto tanti rapporti. E’ la fama che ti rende attraente, certe volte ci facciamo intortare e poi la paghiamo”.