Un violento terremoto ha colpito il Messico nella serata italiana, alle 20:14 di martedì 19 settembre (nel Paese dell’America centrale erano le 13:14): la scossa ha ucciso tantissime persone (il bilancio è ancora imprecisato, ma comunque drammatico) e rischia di avere ripercussioni che potrebbero segnare tragicamente anche la storia sportiva del Paese. Infatti lo storico stadio “Azteca”, uno dei più importanti dell’intero continente Americano con i suoi 105.000 posti a sedere, si è spaccato in due con una grande crepa tra le tribune, e difficilmente tornerà agibile (almeno in tempi brevi). La struttura, chiamata così per celebrare la storica civiltà azteca, sorge a Città del Messico ed è il principale impianto sportivo del Paese. Inaugurato nel 1966, ha ospitato prima le Olimpiadi del 1968 e poi due finali dei Mondiali di calcio (nel 1970 e nel 1986).
In occasione dei Mondiali del 1986 è passato alla storia per il famoso gol di Maradona poi ribattezzato “Mano de Dios“: l’Argentina incontrava l’Inghilterra ai Quarti di Finale proprio in questo stadio e fu proprio qui che “El Pibe de Oro” scrisse la storia, prima con il gol di mano e poi con la sua straordinaria giocata considerata universalmente il “gol del secolo“. L’Argentina poi vinse quel mondiale battendo, sempre allo stadio “Azteca”, in finale, la Germania con il risultato di 3-2, stavolta senza reti di Maradona.
Sempre qui, allo stadio “Azteca”, andò in scena ai Mondiali del 1970 la spettacolare semifinale tra Italia e Germania, conclusa 4-3 per gli Azzurri ai tempi supplementari, dopo l’1-1 del 90°. Una delle partite più emozionanti della storia del calcio. L’Italia ai Quarti di Finale aveva eliminato i padroni di casa del Messico con il risultato di 4-1, ma poi in finale si arrese al Brasile di Pelè e fu sconfitta 4-1 ancora una volta tra gli spalti dell’Azteca. Che adesso rischia di scomparire per sempre.